La luce artificiale influisce sul ciclo di vita degli alberi e sulle abitudini di molte specie: influenza le rotte migratorie, rende visibili le prede e diventa una trappola per gli insetti
L’inquinamento luminoso, che secondo alcune ricerche è aumentato del 10% ogni anno negli ultimi 12, influisce in molti modi diversi sulla vita e sulle abitudini degli animali selvatici: la luce artificiale può rendere più visibili le prede nelle ore notturne, può influenzare le rotte migratorie degli uccelli e può diventare una trappola mortale per gli insetti che ne sono attratti. Ma che effetti ha la luce artificiale sulle piante? Se lo è chiesto un gruppo di ricercatori della Chinese Academy of Sciences di Pechino, che ha analizzato le foglie di due specie arboree molto diffuse nelle città cinesi. I risultati dello studio, pubblicato su Frontiers in Plant Science, mostrano che le piante esposte a un maggiore inquinamento luminoso tendono ad avere foglie più spesse e ad essere meno appetibili per gli insetti.
Ecosistema urbano e naturale: le differenze
“Abbiamo notato che, rispetto agli ecosistemi naturali, le foglie degli alberi nella maggior parte degli ecosistemi urbani mostrano generalmente pochi segni di danni da insetti. Eravamo curiosi di sapere perché”, racconta Shuang Zhang, che ha guidato lo studio ed è docente presso il Centro di ricerca per le scienze eco-ambientali della Chinese Academy of Sciences. Gli autori hanno quindi raccolto un totale di oltre 5mila foglie da 180 piante diverse, appartenenti a due specie: la Styphnolobium japonicum e la Fraxinus pennsylvanica. I campioni sono stati prelevati da 30 siti diversi, distanti almeno 100 metri uno dall’altro e sottoposti a un livello di illuminazione artificiale più o meno elevato.
Le foglie accecate dalla luce
I ricercatori hanno poi esaminato le caratteristiche delle foglie, come lo spessore, la concentrazione dei nutrienti al loro interno e la quantità di segni lasciati dagli insetti. Per entrambe le specie, le foglie prelevate dalle piante esposte a un più alto livello di inquinamento luminoso sono risultate essere più spesse e caratterizzate da una minore quantità di segni legati alla masticazione degli insetti. “Il meccanismo alla base di questo pattern non è ancora del tutto chiaro – spiega Zhang – È possibile che gli alberi esposti alla luce artificiale di notte prolunghino la durata della fotosintesi. Inoltre, queste foglie potrebbero destinare una maggiore percentuale di risorse a composti strutturali, come le fibre, che potrebbero portare a un aumento della resistenza delle foglie”.
A rischio i cicli di vita di piante e insetti
Anche la concentrazione di nutrienti come fosforo e azoto è risultata diversa nei campioni prelevati da piante sottoposte a livelli di illuminazione differenti. E anche questo può modificare l’appeal delle piante verso gli insetti. In generale, spiegano gli autori, il fatto che gli insetti tendano a cibarsi meno di alcune piante a causa degli effetti dell’inquinamento luminoso potrebbe avere conseguenze anche importanti sulle nicchie ecologiche e sulle catene alimentari locali.
Si tratta di un ambito ancora poco esplorato, concludono i ricercatori, e saranno necessarie ulteriori ricerche che prendano in considerazione anche altre specie di piante: “Il nostro studio è stato condotto in una sola città e ha coinvolto solo due specie arboree – sottolinea Zhang – Questa limitazione ostacola la nostra capacità di generalizzare le conclusioni a scale spaziali e tassonomiche più ampie. La ricerca su come l’urbanizzazione influisce sugli insetti e sui processi ecologici a essi correlati è ancora agli inizi”.