In Nuova Zelanda è in fase di realizzazione la scatola nera della Terra, che sta archiviando tutti i dati sui cambiamenti climatici per metterli a disposizione delle future generazioni

Le peggiori previsioni relative ai cambiamenti climatici raccontano scenari di collasso della nostra specie: chi comunicherà a chi verrà dopo di noi i dati su cosa ci è accaduto e come evitarlo? È la domanda che si posti gli autori del progetto Earth’s black box, una vera e propria scatola nera della Terra, situata in Nuova Zelanda, che come quelle degli aerei registrerà tutto quello che sta accadendo sul nostro Pianeta perché possa essere utile alla futura umanità.

Il progetto, in via di ultimazione, è frutto di un gruppo di artisti e scienziati austrialini ed è monitorabile su www.earthsblackbox.com.

 

scatola nera della Terra

 

La Earth’s black box

La scatola nera ha la forma di grosso blocco in acciaio di 15x4x3 metri posto sulla costa Ovest della Tasmania, collocazione ideale per la sua stabilità geologica e geopolitica. La Earth’s black box è stata realizzata in modo da sopravvivere a tutte le catastrofi naturali di cui possiamo prevedere l’intensità. Anche a seguito di una scomparsa dell’umanità, o di una perdita irrimediabile di fonti energetiche, le batterie interne e i moduli fotovoltaici integrati nel tetto le consentiranno di continuare a funzionare.

I lavori devono essere ancora terminati, ma la Earth Black Box è già attiva, ed impegnata a scaricare report e risultati scientifici da tutto il mondo in materia climatica. I dati verranno quindi messi in ordine da un algoritmo.

L’obiettivo della scatola nera è collezionare tutti i dati esistenti sui cambiamenti climatici, tra cause ed effetti: il sistema prenderà nota della quantità di CO2 emessa in atmosfera, delle, variazioni di temperature, dell’acidificazione delle acque, o dell’estinzione di specie animali e vegetali. Tutte le informazioni saranno open source, fruibili a chiunque voglia riceverle.

 

 

 “Se il peggio dovesse accadere e la nostra civiltà scomparisse a causa del cambiamento climatico, questa scatola indistruttibile sarà lì e ne registrerà ogni dettaglio”, ha detto alla Reuters Jim Curtis, direttore creativo esecutivo di Clemenger BBDO, la società che ha avuto l’idea. “Quindi chi rimarrà, o lo troverà in futuro, potrà imparare dai nostri errori”.

Si prevede che il progetto sarà ultimato alla fine di quest’anno, ma è già possibile guardarne una versione beta sul sito dedicato, dove è registrato in ogni momento e in diverse lingue quanto è pubblicamente reperibile. Questo aspetto è molto importante per gli ideatori della scatola, che hanno intenzione di mantenerlo nel tempo perché la Earth’s Black Box possa essere anche uno strumento diretto di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici attraverso la diffusione dei dati.